Rieducazione visuo/posturale
Per rieducazione visuo/posturale si intende un vero percorso riabilitativo in cui si programmano delle sedute di training visivo e posturale con esercizi specifici, Visual Training una metodica che in Italia è stata messa a punto e diffusa dal Dr. Vittorio Roncagli, durante il master di 1° livello in “Valutazione e Rieducazioni delle Disfunzioni Visuo-Posturali” (che ho conseguito presso La Sapienza Roma 2008-2009) il quale ha compreso l’essenza dell’interrelazione e interferenza fra funzione visiva e stabilità posturale.
E’ noto infatti che un’alterazione della visione comporta prima o poi una modifica della postura e viceversa, poiché visione e postura sono due meccanismi insiti nello stesso processo percettivo.
Basti pensare al fatto che un soggetto “astigmatico” (ove il sistema oculare non è in grado di formare un’immagine puntiforme di un oggetto puntiforme che non viene così percepito definito) non corretto si trova spesso ad avere il capo inclinato lateralmente per vedere meglio sull’asse dell’astigmatismo.
Un astigmatismo non compensato può quindi indurre una posizione anomala del capo, oppure una posizione anomala del capo (per squilibri posturali) può indurre una “foria” (=deviazione) oculare verticale, tanto per fare semplici esempi.
Nel primo caso un training visivo sarà risolutivo e potrà migliorare sia la visione che la postura, nel secondo caso il difetto visivo è secondario a una disfunzione posturale che ha cause altrove, quindi qui il solo training visivo non sarà efficace ma andrà affiancato se non preceduto dalla ricerca della primarietà causale tramite valutazione e trattamento osteopatico e posturale.
Nel mio studio di Battipaglia, Ambulatori SALUS in Via De Sio,11/13, da oltre 15 anni, dopo perfezionamenti vari e corso universitario, mi occupo prevalentemente della parte riguardante la valutazione e il trattamento Optometrico e Posturale, ed avendo conseguito il perfezionamento di Osteopatia, ed a breve la Laurea in Scienze Motorie, vado a escludere cause prettamente visive con test rapidi e precisi (PPC, Cover Test, Test degli indici, romberg, fukuda ecc. ecc.), altrimenti mi avvalgo della consulenza di un collega Odontoiatria-osteopata, a cui invio il paziente per integrare la terapia con il Visual Training.
Cos’è la postura?
Ogni essere vivente si adatta all’ambiente in cui si trova per sopravvivere e svolgere le proprie attività motorie, statiche e dinamiche. Si può definire “postura” un concetto generale di equilibrio corporeo inteso come “ottimizzazione” del rapporto tra soggetto e ambiente circostante. In sostanza è quella condizione in cui la persona assume atteggiamenti e posizioni del corpo ideali rispetto alla situazione ambientale. Il Sistema-Tonico-Posturale (S.T.P.) è quell’insieme di strutture e organi che comunicando fra loro esercitano questa importantissima funzione.
Le risorse che l’organismo utilizza sono:
• gli esterocettori: posizionano il corpo in rapporto all’ambiente (tatto, visione, udito);
• i propriocettori: posizionano le differenti parti del corpo in rapporto all’insieme, in una posizione prestabilita;
• i centri superiori: integrano i selettori di strategia, i processi cognitivi. Rielaborano i dati ricevuti dalle due fonti precedenti (esorecettori ed endocerettori).
Postura e difetti visivi
Numerosi studi hanno dimostrato che esiste una correlazione molto importante tra sistema visivo e postura. Un difetto visivo non corretto, o corretto in maniera imprecisa, induce un atteggiamento posturale viziato che può essere più o meno radicato. Sappiamo infatti (J. Baron; P. M. Gagey; B. Bricot; R. J. Bourdiol e G. Bortolin; R. Roll e J. P. Roll; et al.) che asimmetrie di tono nella muscolatura oculomotrice genera adattamenti posturali che si proiettano fino all’appoggio plantare a terra. Gli adattamenti indotti possono essere ben compensati (e quindi asintomatici) o possono generare a loro volta disturbi locali, locoregionali e a distanza. Interagiscono sul sistema tonico posturale: l’astigmatismo, la miopia, l’ipermetropia, l’incapacità di convergenza o divergenza poiché la visione binoculare non ottimale produce una compensazione posturale. Posture scorrette si tramutano spesso in manifestazioni dolorose tra cui cefalee, blocchi del tratto cervicale, capogiri e vertigini.
Così come il nostro modo di vedere influenza la postura, allo stesso modo la funzione visiva è estremamente adattativa e plastica. Un atteggiamento posturale sbagliato può quindi indurre effetti negativi sulla visione, sul rendimento accomodativo, sulla coordinazione binoculare. L’equilibrio del sistema visivo risulta perciò degradato e possono comparire forie (disordini del sistema oculomotorio).
In milioni di anni lo studio sull’evoluzione filogenetica ha dimostrato le varie tappe evolutive che hanno permesso all’uomo di passare dalla quadrupedia alla stazione eretta: la forma del cranio si è adattata, il foro occipitale si è verticalizzato, le curve rachidee hanno creato le lordosi di compenso. Ma se focalizziamo l’attenzione sul piano oculare possiamo notare che, durante l’evoluzione, si è mantenuta la perfetta orizzontalità. Possiamo, dunque, affermare che l’occhio è uno dei recettori più importanti che partecipano alla regolazione della nostra postura.
Pertanto, possibili alterazioni funzionali o alcune patologie della funzione visiva (miopia, ipermetropia, strabismo, eteroforie, deficit di convergenza oculare, cataratta) possono avere ripercussioni a livello del sistema tonico-posturale, contribuendo a dar luogo a disfunzioni e/o tensioni della muscolatura oculare e possibili dolori nella regione cervicale alta (occipito-atlo-epistrofea) o nelle zone limitrofe. Ma vale anche il contrario: i disturbi della vista possono possono essere causati da una postura scorretta.
Le disfunzioni dell’occhio possono provenire da alterazioni posturali che creando tensioni della muscolatura cervicale o dorsale possono arrivare ad interessare, per mezzo della continuità miofasciale delle catene muscolari, i tessuti muscolari del collo e della faccia con coinvolgimento dei muscoli oculomotori fino a causare problemi di convergenza oppure difficoltà di messa a fuoco dell’occhio.
Muscoli del collo e muscoli oculari sono strettamente collegati. E circa un terzo dei nervi cranici è destinato alla regolamentazione della vista. Ogni volta che i globi oculari si muovono, le terminazioni anelliformi a spirale dei muscoli dell’occhio sono stimolate. Esse danno l’ordine ai muscoli della nuca di contrarsi al fine di fissare l’oggetto di interesse. Nelle persone la cui postura comporta una rotazione del corpo, un occhio risulta in posizione più favorevole rispetto all’altro, in quanto dispone di un campo visivo più ampio. Favorendo un occhio rispetto ad un altro il corpo tenderà a rimanere ruotato.
Diversi studi hanno dimostrato che il corpo tende a mantenere o ripristinare l’orizzontalità della vista causando delle complicazioni a livello postulare. Si è visto come gli astigmatici inclinano la testa, i miopi tendono a tenere il mento in alto spostandosi in avanti, gli ipermetropi fanno l’opposto dei miopi andando verso dietro alterando cosi la normale curvatura fisiologica cervicale, gli anisometropi hanno la tendenza a ruotare la testa, gli esoforici tendono ad abbassare e ruotare le scapole verso l’interno, gli exoforici tendono ad elevare e ruotare le scapole verso l’esterno. L’abitudine a sottovalutare le strategie che l’organismo attua di fronte ad un problema visivo-cognitivo ci obbliga spesso a scoprire il problema solo dopo che si è instaurata una modifica della struttura.
L’Optometrista-Posturologo, tenendo conto della sintomatologia riportata dal paziente, deve discriminare, tramite test specifici osteopatici e posturali, se vi è un coinvolgimento del sistema visivo. Vi sono particolari caratteristiche cliniche che permettono di discriminare se le alterazioni posturali incidono sulla vista: lacrimazione e bruciore agli occhi; visione sfuocata o sdoppiata; calo della concentrazione, dell’attenzione o della capacità di lettura e scrittura; cervicalgia con irradiazione sino alla zona occipitale; cefalee circoscritte in precise regioni che tendono a regredire al buio.
Una prima valutazione permette di distinguere una patologia di competenza medica da una disfunzione osteopatica, per poi intervenire riequilibrando sia la componente muscolo-scheletrica cervicale e sub-occipitale che il sistema cranio-sacrale, liberando da possibili restrizioni le ossa dell’orbita (frontale, sfenoide, zigomatico, mascellare, etmoide, palatino, lacrimale). In questo modo si ridarà all’occhio la sua funzione completa insieme ad una migliore posizione dell’asse dell’occhio. Per evitare complicazioni, è importante trattare il problema molto presto, quando si è ancora bambini. In presenza di altri problemi visivi come la cataratta precoce e la presbiopia l’osteopatia può aiutare il paziente nella vascolarizzazione dell’occhio, diminuendo così il deterioramento della cornea.
Nel caso del glaucoma, chiamato anche tensione intraoculare, l’osteopatia fa in modo di favorire il drenaggio del sangue diminuendo così la pressione dell’occhio. Per finire alcuni disturbi posturali possono essere dovuti anche ad una cattiva centratura o taratura degli occhiali, pertanto se non vengono centrati e graduati correttamente possono di conseguenza provocare asimmetrie, anche in questi casi bisogna sempre rispettare al meglio l’equilibrio posturale del paziente. È particolarmente importante poter instaurare un rapporto di collaborazione fra osteopata, oculista, optometrista, ortottista, odontoiatra, podologo, al fine di migliorare le capacità del sistema oculomotore e quindi dell’adattamento posturale.
dott. Nicola Di Lorenzo